martedì 26 febbraio 2019

La cessione dell'Auxilium Torino 2018-2019

DICEMBRE 2018

21/12/2018 08:43 Svolta a Torino: la famiglia Forni apre alla cordata guidata da Leonis?
22/12/2018 12:17 La Fiat Torino smentisce le trattative con il Gruppo Leonis
24/12/2018 19:53 Fiat Torino: nonostante le smentite prosegue la trattativa con il gruppo Leonis
31/12/2018 10:57 Fiat Torino: prosegue la trattativa con la cordata romana per la cessione societaria


GENNAIO 2019

05/01/2019 09:50 Auxilium Torino-Leonis: la settimana prossima decisiva ma fondamentale sarà la presenza di Fiat
07/01/2019 21:27 Fiat Torino: nuovo incontro tra Forni e Leonis Group
08/01/2019 10:01 Fiat Torino, la cessione a Leonis è sempre più vicina
08/01/2019 10:11 Scenari in casa Fiat Torino: spuntano i nomi di Bonora e Alberani
09/01/2019 09:11 Fiat Torino, Angarella vuole chiudere in fretta la trattativa
11/01/2019 08:57 Fiat Torino, il valore della trattativa sarebbe di quattro milioni di euro
13/01/2019 11:16 Fiat Torino, lunedì nuovo incontro con il gruppo Leonis
16/01/2019 13:49 Leonis, Angarella: Confermo interesse per Auxilium.
17/01/2019 10:10 Trattativa Fiat Torino-Leonis: venerdì la svolta
18/01/2019 09:23 Giornata decisiva per il passaggio di proprietà della Fiat Torino
18/01/2019 09:28 In casa Fiat Torino il gruppo Leonis starebbe pensando al cambio in panchina
19/01/2019 09:24 Settimana prossima il passaggio di proprietà della Fiat Torino
23/01/2019 21:53 Torino: si allungano i tempi per la cessione della società?
29/01/2019 11:21 Fiat Torino: il passaggio a Leonis tra il 10 ed il 16 febbraio?


FEBBRAIO 2019

03/02/2019 10:02 Fiat Torino, l’addio della famiglia Forni e il possibile arrivo di Fabio Corbani
05/02/2019 11:23 Leonis-Fiat Torino: giorni decisivi per il passaggio di proprietà
07/02/2019 10:13 Fiat Torino, la cessione il 13 febbraio?
12/02/2019 09:35 Cessione Fiat Torino, Leonis chiede nuove documentazioni
12/02/2019 22:50 Fiat Torino: Leonis fa un passo indietro?
13/02/2019 10:14 Leonis attacca la Fiat Torino: Manca ancora una parte delle documentazioni richieste
14/02/2019 09:23 Fiat Torino-Leonis, si riapre la trattativa
16/02/2019 09:15 Giorni decisivi per il futuro della Fiat Torino: terminano i controlli del gruppo Leonis
19/02/2019 08:16 Fiat Torino-Leonis, ancora nessuna fumata bianca. Forni intanto rinuncia a qualsiasi buonuscita?
20/02/2019 10:19 Nessuna novità in casa Fiat Torino, il Gruppo Leonis esce di scena?
21/02/2019 09:48 Novità in casa Fiat Torino: il Gruppo Leonis alza la cornetta e chiama Antonio Forni
21/02/2019 19:06 Leonis: ‘Situazione finanziaria differente da quella emersa nella prima fase di trattative’
21/02/2019 19:10 Fiat Torino: ‘A Leonis nessuna replica, li aspettiamo a Torino come programmato’
25/02/2019 09:47 Fiat Torino: 48 ore decisive, oggi in città il commercialista della Leonis
26/02/2019 10:42 Fiat Torino, tra mercoledì e giovedì l’ultima risposta del Gruppo Leonis?
26/02/2019 21:34 Comunicato congiunto Leonis e Fiat Torino: nei prossimi giorni sarà comunicato esito trattativa
27/02/2019 09:37 Fiat Torino, serve una ricapitalizzazione?
02/03/2019 09:37 Massimo Feira, ad Fiat Torino: Siamo in difficoltà, ma ho fiducia nella chiusura con Leonis

MARZO 2019


07/03/2019 15:39 Il Consorzio OjSolution smentisce l’interesse nell’acquisizione della Fiat Torino
08/03/2019 09:04 Fiat Torino-Leonis: c’è l’accordo. Si attende solo l’ok della FIP su una questione amministrativa
09/03/2019 10:37 Fiat Torino, il passaggio di proprietà slitta al 13 marzo
11/03/2019 09:35 Fiat Torino, mercoledì la giornata decisiva. O la situazione potrebbe precipitare
11/03/2019 09:51 Fiat Torino: i giocatori non ricevono stipendio da due mesi. Oltre chi lavora in società?
12/03/2019 12:36 Torino, l’impegno di Antonio Forni: entro fine settimana sarà pagato uno dei due mesi di arretrati
13/03/2019 08:50 Fiat Torino, il Gruppo Leonis pronto al ritiro dalla trattativa
14/03/2019 09:02 Fiat Torino, in arrivo un comunicato congiunto con il Gruppo Leonis?
16/03/2019 09:16 Fiat Torino: pagata una delle due mensilità in arretrato
16/03/2019 09:26 Fiat Torino: Leonis con una quota tra il 5 ed il 20% all’interno della cordata piemontese?
18/03/2019 14:13 Feira: Al lavoro con Terzolo, proposta entro fine mese. Base di €2.5 milioni annui su cui contare
19/03/2019 10:40 Fiat Torino, stipendi di febbraio da saldare entro il 18 aprile
28/03/2019 09:50 Lunedì verra presentato il nuovo piano strategico «Torino di tutti, Torino per tutti»


APRILE 2019


12/04/2019 09:37 Fiat Torino, Antonio Forni dice no alla richiesta di tempo della cordata interessata
12/04/2019 17:19 Fiat Torino: assemblea sospesa, martedì 16 riprendono i lavori
16/04/2019 09:47 Fiar Torino, alle ore 13 Assemblea Straordinaria degli Azionisti. Servono 419.000 euro per mercoledì
16/04/2019 15:59 Cambio di proprietà a Torino? Ennesimo rinvio. Feira: Ci prendiamo qualche giorno di riflessione
16/04/2019 18:27 Fiat Torino: non ancora verificate le condizioni necessarie per la ricapitalizzazione
17/04/2019 10:07 Fiat Torino, quattro i giocatori presenti all’allenamento di martedì mattina
18/04/2019 09:43 Fiat Torino: allenamenti facoltativi in attesa di ricevere lo stipendio di febbraio
18/04/2019 16:51 Stipendi pagati, Torino parte per la trasferta di Avellino


lunedì 2 luglio 2018

Estratto dalla lettera di Royce White a NBA (National Basketball Association) e NBPA (National Basketball Players Association) del 22 giugno 2018:


Per quelli di voi che non mi conoscono, è necessario che io vi chiarisca il contesto e sfati dei miti prima di continuare. Questa è una fotografia del mio tragitto. Nel 2012 sono stato scelto nel draft dagli Houston Rockets. Sono arrivato nella NBA con una totale trasparenza della mia pre-esistente diagnosi di Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD). L’incapacità di controllare la mia ansia non è stata certamente la causa del “deragliamento della mia carriera”. La mia scelta di vivere con trasparenza, collaborazione e sicurezza, lo è stata.


Durante l’avvicinarsi alla mia prima stagione nella NBA, io e Houston iniziammo a discutere su come creare un ambiente che mi potesse supportare. Durante le discussioni con Houston, il mio team di manager ed io rimanemmo sorpresi nello scoprire che non esisteva alcuna politica formale per la salute mentale. Ho tentato di formalizzare un accordo scritto che modificasse le politiche (comportamentali) esistenti al fine di includere la salute mentale. La proposta da noi avanzata includeva tutti i dipendenti della squadra, non solo i giocatori. Quella proposta fu tacitamente negata.



Fu durante questo periodo che nacque la storia che io fossi semplicemente “AWOL” (assente ingiustificato). Questo fu soprattutto frutto del lavoro di Daryl Morey e, forse, di altri dei quali non so nulla. Quella storia non era vera e mi ha spinto verso Twitter ed altri mezzi di comunicazione per potermi scagionare. Intervista dopo intervista, ho reso ben chiaro il fatto che la nostra preoccupazione riguardava il riconoscimento, la consapevolezza ed il protocollo della salute mentale. Le mie preoccupazioni furono trasformate in insinuazioni che la malattia mentale era anomala e difficile da identificare. In molti modi ciò disattendeva la legittimità dell’intero campo delle malattie mentali. La mia idea che le malattie mentali fossero un’epidemia fu ridicolizzata e definita “radicale”.

Nel giro di due settimane ho iniziato a vedere gli effetti negativi che la conversazione avrebbe avuto sulla collettività. Un argomento che era già pericolosamente tabù era ora alla merce’ del mondo degli organi d’informazione.


Nelle conversazioni interne, coloro che parlavano per conto della NBA hanno comunicato che la principale paura e rifiuto della nostra politica per la salute mentale era motivata dal fatto che avrebbe creato un possibilità senza limiti per i giocatori di simulare malattie mentali.
Ero totalmente in disaccordo con quell’argomentazione. Se tu hai la volontà di essere incluso in un gruppo demografico che è universalmente stigmatizzato e ignorato simulando una malattia mentale, allora, tu probabilmente hai una malattia mentale. Ciò è poi ridicolo su un secondo livello: i dottori specializzati sono la migliore risorsa per controllare la pianificazione ed il trattamento delle malattie mentali ed anche scoprire qualsiasi simulazione.
E’ semplicemente pericoloso dare autonomia decisionale sulle malattie mentali ad allenatori, general manager, o proprietari che sono completamente ignoranti sull’argomento delle malattie mentali. Nonostante il mio disaccordo con la premessa delle “finte”, noi continuammo la nostra conversazione che a quel punto era diventata altamente contenziosa.

Sembrava che Houston e la NBA si fossero molto arrabbiati che io avessi portato la controversia su Twitter, ma c’era ancora più frustrazione sul fatto che i loro dottori non stessero al loro stesso gioco. Tutti i dottori erano d’accordo, e potevo vedere come ciò infastidisse i loro superiori. Io e molti altri coinvolti contestammo l‘affermazione che il mio viaggiare in autobus alle partite potesse essere considerata una violazione del tetto salariale da parte della NBA. Che disonestà, quella è stata una disgustosa dimostrazione di doppio gioco burocratico. Ed era ancora più preoccupante che noi temessimo la possibilità che gli Houston Rockets stessero usando la “Lega” come pretesto per I propri malumori.

Gli Houston Rockets accettarono di fornire un autobus solo dopo che io gli dissi che avrei aperto un contenzioso se la mia condizione medica preesistente non fosse stata inserita sotto la politica dei salary cap, (anche se non esisteva alcuna politica di salute mentale per la stessa condizione). I miei medici di famiglia, il personale medico degli Houston Rockets e quelli della NBA hanno visto questa mancanza di consapevolezza della salute mentale come problematica.

Concordarono anche sul fatto che anche se il problema era serio, era in qualche modo risolvibile. Erano ottimisti che con un po’ di dedizione e lavoro di squadra una politica poteva essere creata e che essa potesse essere estremamente benefica a tutti i giocatori e staff della Lega intera. In aggiunta a quel beneficio, io vedevo il potenziale di un impatto più grande e positivo nel mondo intero. Molti hanno riportato una storia creata da Daryl Morey circa i tentativi di Houston di “piegarsi in due” per me. Non vera. Se tu sei coinvolto in una conversazione medica e non rimetti le tue inettitudini ai tuoi esperti di medicina, non ti stai piegando in due per nessuno, neanche se sei in buona fede. Nonostante gli Houston Rockets fossero fortemente contrari a qualsiasi consiglio medico, ci concessero qualcosa: una promessa verbale che durante la stagione estiva del 2013 ci avrebbero effettivamente aiutato a formulare una politica per la salute mentale.

Quando la stagione estiva arrivò, io fui scambiato coi Philadelphia 76ers e la politica non fu mai più menzionata. La mia affermazione che una politica non esistesse è stata verificata negli ultimi 5 anni da una varietà di persone all’interno della NBA, inclusi giocatori, allenatori, General Manager, ex dottori di squadre e psicologhi. La direttrice della National Basketball Players Association ha recentemente descritto l’attenzione al tema della salute mentale come “INGENUO”.


Per qualche ragione la maggior parte media ha continuato a sminuire quell’esatta realtà. Ed io sono stato etichettato come “Il ragazzo da Iowa State che non poteva giocare perché non poteva volare”. Sono stato scartato da alcuni nella lega come un “caso di testa” a causa dell’astio e della mia audacia nel combattere lo status quo (o dalla mia generale propensione a pensare in maniera critica). Io voglio sperare che a questo punto la maggior parte di voi sappia quanto la storiella del volare fosse falsa ed ancora lo è. Ma chiedetevi innanzi tutto come questa storia fosse stata cosi dettagliatamente disseminata e propagata. Se questa è effettivamente la prima volta che leggete di me, vi chiarirò questo ancora una volta: A ME NON PIACE VOLARE. Non lo nascondo, ma ho sempre sostenuto che IO SONO CAPACE DI VOLARE quando è necessario e nella maggior parte dei casi senza alcun incidente. L’unica richiesta relativa ai viaggi che io abbia mai fatto era di avere l’opzione di viaggiare in autobus alle partite quando necessario e se possibile (in aggiunta quella soluzione era stata anche suggerita ed era stata oggetto di accordi da tutti i professionisti di medicina coinvolti, inclusi quelli della NBA e degli Houston Rockets). Durante tutta la mia carriera ho giocato in numerose partite per le quali è stato necessario viaggiare in aereo. Ho persino giocato partite nelle quali ho subito attacchi di panico. Non ho mai dovuto lasciare il campo a causa di un attacco di ansia (non dico che quella non sia una possibilità e non dò alcun giudizio su quelli che lo facciano) La storia di Kevin Love ha confermato che il panico non ti impedisce di sostenere una prestazione.



All’inizio della stagione 2015 sono stato ostracizzato per la mia propaganda. Questo era evidente ed anche ammesso verbalmente. Squadra dopo squadra, mi sentivo dire di essere un giocatore con abilità da All-Star ma che ero a rischio di diventare una distrazione. Guardando al passato il semplice fatto che sostenevo la salute mentale era visto come una distrazione e riaffermava quanto fosse urgente una riforma e quanto ancora lo sia. Più tardi, nel 2015, ho scritto voi della NBA, ed ancora vi ho chiesto se si potesse lavorare insieme collaborando per affrontare propriamente l’attitudine e i comportamenti nei confronti della salute mentale all’interno della comunità della NBA.

Sentivo fortemente che insieme potevamo raggiungere un processo trasformativo attraverso le esperienze come la mia e di molti altri, giocatori e non. Ancora una volta, ci sono stati un numero di professionisti della salute mentale da tutto il mondo che hanno espresso prontezza a colmare il vuoto tra folklore e scienza. 3 anni dopo, il primo riconoscimento scritto di salute mentale è entrato nel contratto collettivo di lavoro (CBA). Una parte di me era molto orgogliosa di quel progresso, ma non sono mai stato soddisfatto delle vittorie morali, l’altra parte di me sentiva che io e molti altri (l’umanità intera) eravamo stati schiaffeggiati da questo gesto. Il nuovo linguaggio nel contratto collettivo diceva fondamentalmente “noi troveremo soluzioni alla salute mentale in futuro”. Non è al contempo arrogante e condiscendente rinviare una politica dove tu sei 20 anni indietro?

Oggi noi affrontiamo ancora maggiori distorsioni. L’incentivo verso la superficialità è stato esacerbato. La prosperità economica, la visibilità del marchio e la partecipazione dei fans nella NBA è al livello più alto della storia. Noi siamo tutti immersi in una costante cascata di un avanzamento tecnologico unico e di connettività sociale. Io continuo a temere che il percorso verso una vera comprensiva politica sulla salute venga rallentato.

 “La pietra che gli edificatori avevano rigettata è divenuta la pietra angolare
Libro dei Salmi capitolo 118, versetto 22

Royce White:
“My game has more it wants to say than my pen does”
“Il mio gioco ha molto più da dire che la mia penna voglia”

Il testo integrale in inglese è disponibile all’indirizzo https://www.thelastrenaissance.com/blogs/long-past-overdue-mental-health-nba


lunedì 18 giugno 2018

Un inedito Larry Brown raccontato per noi da Claudio Vandoni


In questi primi giorni di Larry Brown a Torino si è parlato a lungo delle esperienze passate del santone americano, l’unico allenatore ad aver vinto NCAA e NBA (oltre ad Olimpiadi come giocatore ed allenatore).
Fra i vari ricordi di coach LB è spuntato anche un trascorso con un coach italiano a UCLA e Kansas University. Questo allenatore è Claudio Vandoni, romano di nascita, classe ’48, ma di origini piemontesi (il padre era di Torino), ed ha allenato nelle ultime due stagioni la Fortitudo Alessandria, centrando la promozione in C gold, nel 2016-2017, e successivamente i playoff per la promozione in B.
Il curriculum di Vandoni è di tutto rispetto, avendo conquistato negli anni ’70 due scudetti di basket femminile col GEAS di Sesto San Giovanni ed essendo stato allenatore della nazionale in rosa, all’età di 30 anni.
Dopo anni di girovagare per l’Italia (Roma, Rieti, Livorno, Rimini, Campobasso, Cento, Pavia, Viterbo, Brindisi, le sue mete) nel 2001 ha l’occasione di varcare l’oceano per intraprendere un’esperienza irrinunciabile con coach Brown a Los Angeles coi Bruins di UCLA.

Claudio Vandoni
Claudio Vandoni
Abbiamo il piacere di poter scambiare due parole con Claudio.
IGB: Coach come sei arrivato a lavorare a UCLA con Brown?
C.V.: Sul mio primo contratto in FIP avevo come benefit la possibilità di scegliere il coach negli Stati Uniti con cui confrontarmi e crescere lavorandoci assieme. Ho scelto io coach Brown per 2 motivi precisi: 1) la sua provenienza dalla scuola tecnica di coach Dean Smith 2) Larry avrebbe sostituito a Ucla il mitico John Wooden. Mi incuriosiva capire come avrebbe affrontato e superato una pressione così forte degli addetti ai lavori . Non facile convivere con un termine di paragone così ingombrante!

Claudio Vandoni con Larry Brown a Livorno
Claudio Vandoni con Larry Brown a Livorno


IGB: Hai un aneddoto particolare da raccontarci di quando lavoravate assieme negli States?
C.V.: Avrei mille aneddoti da raccontarvi, ma ne ricordo uno su tutti: Coach Brown stava conducendo un allenamento preparando una partita molto impegnativa. Tutti concentratissimi, in palestra non si sentiva che la sua voce ferma e decisa, fuori un tempaccio fulmini, pioggia e lampi. Improvvisamente entra sul parquet uno dei vice allenatori della squadra di football di Ucla che avrebbe giocato a Washington lo scontro ad eliminazione diretta contro la squadra locale. Partita da dentro o fuori, Coach Brown ha interrotto immediatamente l’allenamento e di corsa sotto un diluvio ha voluto che tutti, giocatori e staff, raggiungessimo la squadra di football scandendo e urlando, bagnati come pulcini, "U.C.L.A." più volte.
Era una testimonianza di condivisione forte ed il senso di appartenenza che è sempre stato un must di Larry Brown. Tutti ne eravamo consapevoli e coinvolti. Coach Brown un maestro anche in questo!

Larry Brown in tre momenti diversi della sua lunga carriera
Larry Brown in tre momenti diversi della sua lunga carriera


IGB: Quale pensi possa essere un punto di forza di Larry
C.V.: Non ho mai sentito ne visto coach Brown abbandonare il suo self-control. Deciso, fermo, determinato ma mai sopra le righe. Ha sempre condotto anche i giocatori più “vivaci” a riflettere e seguire le sue regole che non ha mai trascurato o abbandonato e che sono stati reali cardini per il collante dei suoi spogliatoi. A tal proposito giova ricordare il roster “esplosivo” di Detroit con cui ha vinto l’anello NBA.

Larry Brown coi Detroit Pistons, campioni NBA 2004
Larry Brown coi Detroit Pistons, campioni NBA 2004

IGB: Con Larry Brown a Torino da domenica, hai avuto modo di sentirlo? In una intervista a SkySport ha detto che tu eri andato a UCLA per imparare da lui, ma è lui che ha imparato da te.
C.V.: Abbiamo vissuto tante splendide esperienze insieme. Ho parlato con lui appena ha messo piede a Torino. Una grande emozione. La mia fortuna è essergli stato accanto nella quotidianità. Un uomo speciale a cui non finirò di dire "grazie" per gli esempi ed i modelli di vita che mi ha trasmesso. Molto più di un fratello maggiore. La sua prima intervista dimostra, ce ne fosse ancora bisogno, delle grandi doti umane, dello spessore dell’uomo, della sua umiltà incredibile, caratteristica solo dei numeri uno. Per la sua dedica dico solo che un dignitoso barelliere non potrà mai sostituire un professore titolare di cattedra. Non scherziamo!  Lui e' Larry Brown.

Larry Brown durante la conferenza di presentazione a Torino
Larry Brown durante la conferenza di presentazione a Torino



giovedì 6 luglio 2017

Sorteggio EuroCup 2017-2018 - I 4 gironi

Questo l'esito del sorteggio tenutosi oggi a Barcellona e il piazzamento, della scorsa stagione, delle squadre in campionato e nelle coppe internazionali.




venerdì 30 giugno 2017

Sorteggio EuroCup 2017-2018 - le 6 fasce


Sorteggio Eurocup 2017-2018

Queste le 6 fasce del sorteggio che si terrà a Barcellona giovedì 6 luglio alle ore 13.30.
Prevista una diretta streaming su Facebook e YouTube.

Non potranno essere sorteggiate 2 squadre della stessa nazione nel medesimo girone.
Le tre squadre della lega Adriatica: Cedevita Zagreb, Buducnost Podgorica e Partizan Belgrade sono considerate della stessa nazione.

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2017-2018 Eurocup competition format

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